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Arrivo 09-12-2024
Partenza 16-12-2024
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Fantastica Pantelleria, figlia del vento

Fantastica Pantelleria, figlia del vento, unica e tutta da scoprire! L’isola selvaggia, nominata da poco Parco Nazionale, con il suo mare blu intenso, i capperi e la vite ad alberello di uva Zibibbo (Patrimonio dell’umanità).

Nelle acque tra l’Africa e la Sicilia, questo luogo magico è dominato da quattro elementi: il vento che non smette mai di soffiare e fa crescere le piante piccole e basse, il mare profondo e misterioso, perché da millenni solcato da infiniti popoli, la terra così ricca e fertile e il fuoco che non si vede ma che è ancora presente sotto i piedi, capace di creare giochi di vapore nelle tante grotte dell’isola.

Pantelleria è un'isola, il mare dovrebbe essere l’elemento primario anche dal punto di vista economico, ma stranamente i suoi abitanti sono agricoltori, gente di terra che da sempre hanno saputo lavorare la pietra e rendere il paesaggio cosi singolare come oggi è dato a chiunque di ammirare. La superficie è coltivata con terrazzamenti delimitati da muretti a secco in pietra lavica. Le vigne sono presenti un pò dovunque, se pure tanta terra è incolta e risalgono fino alle pendici della montagna grande. La tecnica di lavorazione è ad alberello e questa pratica è considerata un patrimonio di cultura tramandato da generazioni: una conca protegge le piante dal vento e crescono basse a forma d’ombrello. Inoltre la conca raccoglie l’acqua piovana e trattiene l’umidità della notte, conservandola durante tutto il giorno, perché a Pantelleria niente viene irrigato e l’acqua è davvero preziosa.

Il passito, definito a ragione nettare degli Dei, viene prodotto in condizioni davvero difficili e rientra nella categoria dei vini cosiddetti eroici o estremi. Sono uve rare che danno vita ad etichette e bottiglie rinomate ormai nel mondo per la capacità dimostrata dalle 22 cantine presenti nel territorio di pubblicizzare in modo encomiabile un prodotto così raro. Tutto ciò è il simbolo di una pratica agricola particolare che si è adattata all’ ambiente traendo da esso quanto la natura è in grado di donare e diventa frutto di un processo produttivo basato sull’appassimento naturale d’uva fresca e su una particolare lavorazione manuale.

Un elemento rurale da non sottovalutare è il celebre Giardino Pantesco di derivazione araba, nato dall’ingegnosità dei suoi abitanti che per custodire un albero di agrume, hanno inventato di costruire sempre in pietra lavica la dimora per l’albero contro il vento impetuoso. Ciò in un tempo in cui l’isola non aveva alcun collegamento e assicurava alla famiglia la frutta di stagione, un concentrato di vitamine, dato che l’ albero riusciva ad avere l’inclinazione giusta dei raggi solari e l’ umidità rilasciata dalle pietre, inglobata nella notte.


Stefano Mortari afferma:"Non è un’isola che ti accoglie, la natura ti assale con la sua bellezza selvaggia, il vento forte o il caldo torrido, i colori intensi, scuri della terra, delle pietre e i colori azzurro intenso, spesso verdastro del mare. Come tutte le isole vulcaniche può stremarti e farti fuggire subito, o al contrario ammaliarti e allora non ti resta che conquistarla. Il rapporto totalizzante ed estremo è un piacere che riesce a sciogliere ogni pensiero".

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