La vendemmia di Pantelleria

Giunti a destinazione, la vasta piana di Ghirlanda si presenta alla nostra vista, velata da una sottile nebbia che avvolgeva tutto il paesaggio coltivato a vigneti di uva zibibbo. Si ascoltavano il vociare dei contadini che vendemmiavano, ma anche le loro figure erano avvolte nella sottile nebbia. Poi d’improvviso, il sole fece capolino tra le nuvole e la Piana acquistò un volto nuovo, indicibile quasi perché nella totalità emersero le figure dei contadini intenti a vendemmiare, tagliavano grappoli succulenti di uva e la sistemavano in ceste rosse stracolme, pronte per essere trasportate nelle cantine isolane per dare vita al nettare degli dei, i nostri vini bianchi e passiti di cui l’isola va fiera. Anche noi ci accingemmo alla nostra vendemmia di uva da tavola, sorpresi dell’abbondanza dei grappoli che si intrecciavano sui tronchi, quasi a dire con loro siamo cresciuti e da qui non vogliamo andar via, da questa terra che ci ha nutriti per l’ intero anno e nella quale abbiamo trovato vitalità e ristoro all’ombra delle foglie.

Buonissimi gli acini dell’uva che di tanto in tanto portavamo alla bocca per ristorarci nella fatica e dal caldo di una giornata estiva che ci invitava dopo la fatica,ad un bagno rigenerante nelle acque cristalline del nostro mare. La vendemmia rappresenta un rito nelle abitudini di vita dell’abitante pantesco: dall’uva si estrarrà il mosto per la vinificazione di tutti i vini doc che nell’isola vengono imbottigliati, le donne preparano le marmellate,il miele d’uva, il vino cotto e il mezzo cotto che serviranno per preparare i dolci natalizi e la mostarda.

Un lavoro incessante e continuo nella terra di Pantelleria, dove ognuno gioca la sua parte. Anche noi carchi di pregiata uva da tavola, abbiamo fatto ritorno nelle nostre case, felici di aver notato come uno sguardo consapevole e bonario di ringraziamento, è sempre dovuto a chi ama la nostra terra.