Svegliarsi al mattino e osservare la natura e il mutare delle stagioni è una delle gratificazioni più belle che ad un uomo è dato di vedere. Il suo sguardo attento coglie ogni sfumatura e percepisce con la sua sensibilità come ogni stagione può metaforicamente somigliare alle stagioni della vita umana.
Se la Primavera inneggia alla gioia del vivere, della scoperta dei nuovi amori e di percezioni sensoriali mai provate, se l’estate rappresenta l’apice dell’esistenza, del piacere, del successo, della felicità, l'autunno è la stagione in cui le foglie si staccano dai rami, si disperdono, mutano il loro colore ed è come se tutto si perde nella caducità della vita stessa dell’uomo.
Pure nella bellezza di alcune foglie non morte è la metafora di una futura rinascita, saluto smagliante di sfumature e luci che fanno trapelare ancora la speranza di un nuovo giorno per continuare a gustare i grandi e incommensurabili vantaggi di una vita che viene vissuta in ogni attimo incessantemente e con entusiasmo. E allora l’autunno rappresenta la stagione della contemplazione, della meditazione, dell’ammirazione per le trasformazioni che rappresentano le posture necessarie per vivere serenamente questo tempo e il tempo che verrà Il sentire di esserci,l’essere presenti a sé stessi e al mondo, è una condizione della maturità che in età adulta,paragonabile alla stagione autunnale, si apre al passato. E’ come un movimento della psiche umana che ribadisce fortemente di aver già intensamente vissuto tanti “PRESENTI” ormai trascorsi.
Viene da chiedersi: “ Come mai l’ uomo spesso desidera il passato anche quando esso non si è spesso rivelato felice?. La spiegazione ci viene forse dal concepire la vita come un continuo conscio o inconscio lavoro di tessitura. Nel mito di Omero, Penelope disfaceva la tela ogni notte per rinviare l’incontro con il futuro o restare fedele ai ricordi,senza questi non sarebbe stata nessuno e non si sarebbe salvata. La sua coscienza di esistere era al contempo sguardo desiderante per quanto non c’era più e trucco per evitare ciò che un certo destino,per lei estraniante per sempre,si potesse compiere. In fondo per Penelope,il desiderio di futuro coincideva con il perseguire l’eterno oggi. Senza il suo passato come forma di attesa,senza la sospensione della storia, il lasciare libero corso ai suoi pretendenti,avrebbe annientato il primo e la seconda. L’ autunno dunque come stagione dell’ anno e della vita, può lasciare spazio alla pienezza dei sentimenti e di un pensiero che può essere definito di “armonia”,di”saggezza”,di “ equilibrio”,di “moderazione” che rappresenta in sintesi la” tregua” di ogni fuoco eccessivo.
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