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Arrivo 09-12-2024
Partenza 16-12-2024
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Fabrizio Ferri: riflessioni di un fotografo

"Da tempo desideravo conoscere l'isola di Pantelleria e finalmente mi sono ritagliato un periodo di tempo per me. Ho raggiunto la destinazione in aereo e subito ho voluto esplorare il paesaggio isolano che è balzato ai miei occhi in tutta la sua bellezza. Pian piano ho iniziato ad addentrarmi nei sentieri dell’isola e ciò mi ha permesso di intuire e scoprire l’ordine nascosto di una lingua che ha conosciuto una moltitudine di lingue. E’ la lingua della natura che la plasma e la modella attorno, è una lingua soggetta al mutevole, nonché intrisa di simboli e miti che si leggono nella morfologia del territorio, della storia e della cultura. Lo sguardo mobile si è posato dovunque, una sequenza di segni e rappresentazioni determinano l’oggi, intriso di un passato che evoca l’immaginazione, allora ho provato la sensazione di vivere un’esperienza ricca di figure, forme e metafore. Sono stato piacevolmente coinvolto in un’estasi della percezione e ciò accade quando un angolo del paesaggio prima non valorizzato dall’occhio distratto, conquista lo sguardo e porta chiunque a pensare di essere sè stessi osservati da ciò che si stava contemplando."

"Si scopre così di partecipare ad una trasformazione: la terra con i suoi alberi, con le viti e i numerosi giardini e i dammusi che puntellano il territorio, è più vicina per una specie di fusione, di atto d’amore, d’ incontro. Uomini e donne in quanto tali, sono presenti ovunque, testimoni di una storia che cavalca il tempo e la lontananza sparisce in una vicinanza empatica che sa accogliere ed ospitare. La percezione del benessere psico-fisico non muta in una descrizione, ma in una illuminazione. L’ immaginazione porta lontano e in una serata d’estate, sulle cupole dei Dammusi, sorseggiando il nettare degli dei il celebre passito, è consentito di godere dei supremi silenzi della natura, ascoltare sé stessi e il bubolare degli uccelli notturni. E’ cosi’ che le parole taciute raggiungono il cuore e accompagnano il calpestio dei passi sullo sterrato o nei sentieri da cui le erbe selvatiche con i loro profumi catturano l’olfatto e riportano agli antichi sapori che sanno di piatti preparati dalle mani esperte delle mamme e delle nonne. Un paesaggio che apre al ricordo e le sue cromie vibrano e sonore si confondono col paesaggio interiore di ciascun uomo che ama e apprezza la natura di un’isola quale è Pantelleria. Tra le tante attrazioni isolane, l’immensità del suo mare e dei suoi confini, la luminosità intensa, rappresentano eccellenze che spesso confondono chi come me è appassionato di fotografia. Ho notato subito che la vera protagonista è la luce, materia prima di cui si nutre la fotografia, perchè la sua luce conquista ,soprattutto quella che vi è a sud-ovest dell’isola dove il sole tramonta. Una luce incredibile e straordinaria, delicata, fragile, meravigliosa. I fotografi sono paragonabili ai surfisti: mentre quest’ultimi cercano le onde più belle, i fotografi vanno alla continua ricerca della luce perfetta. “La luce è l’ onda che occorre cavalcare”.

Sono parole ed esperienze che il fotografo Fabrizio Ferri ha esperito a Pantelleria, un’isola che gli ha dato tanto e lo ha ispirato nel suo pregevole lavoro di fotografo dalla fama indiscussa.In quanto fotografo arrivato a Pantelleria per la prima volta, ha cercato angoli particolari e nuovi luoghi dove far foto, una nuova luce che di giorno dona allo sguardo la certezza di avere a disposizione angoli suggestivi, entroterra e mare con coste frastagliate, la sera tramonti incantati e paesaggi sublimi che avvicinano a dimensioni che vanno oltre l’essere terreno. "Ti ringrazio Pantelleria per avermi donato tanta pace interiore e una apprezzabile crescita nel mio lavoro."

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