Ho sentito forte in me l’orgoglio dell’appartenenza alla mia terra di Pantelleria, leggendo da più parti come recenti ricerche testimoniano le potenzialità benefiche del Cappero, una dellle eccellenze del nostro territorio a cui è stato riconosciuto l'igp dalla Comunità Europea per le sue qualità organolettiche.
Del Cappero si ha il primo riferimento nella Bibbia (Ecclesiaste 12:5): “Quando si avrà paura delle alture e degli spauracchi della strada: quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto……” E’ questa una metafora che si riferisce alla vecchiaia quando nemmeno il cappero può più risvegliare l’appetito sessuale. Da ciò si evincono le qualità alimentari e afrodisiache del cappero , ma già in Grecia Ippocrate nel IV secolo a.c. parla delle qualità medicinali del cappero e anche Aristotele e Teofrasto concordano con Dioscoride nel “De Materia Medica”, indicandone i diversi usi terapeutici.
In epoca latina Plinio il Vecchio nel “ Naturalis Historia “ ( XIII,127) consiglia per uso alimentare i capperi che crescono nell’area delle isole del mediterraneo e Columella nel “De rustica” offre i suoi consigli sul tipo di terreno e di clima che la pianta predilige. Fino al XVII° sec, tutte le notizie sul cappero provengono dagli autori classici, ma nel rinascimento il successo gastronomico,riconosciuto ai Capperi e dovuto anche all’autore del “Theatre d’Agriculture”, Oliver de Serres,sposterà l’attenzione commerciale verso il prodotto nell’area del mediterraneo centrale.
L’arbusto trova il suo habitat naturale nell’isola di Pantelleria nel XIX° sec, e l’agricoltore pantesco che dalla terra doveva trarre ogni sostegno, raccoglieva i bottoni florali da Giugno ad Agosto. La produzione e la commercializzazione a partire dal 1949 nelle contrade di Scauri e Rekale, costituiscono una risorsa economica importante: del Cappero,conosciuto in tutta Italia si apprezzano le qualità agroalimentari, poi quelle medicinali,oggi anche quelle della cosmesi,con la linea dei prodotti Margut.
Negli anni 70 gli agricoltori si riuniscono in Cooperativa e l'elevata produzione, consente ai commercianti di far conoscere le potenzialità del prodotto nel mondo. Oggi la molecola naturale della quercetina,apre le porte ad una nuova ricerca medica per contrastare un’epidemia che ci preoccupa. Mi chiedo allora quanto sapere finora i nostri avi ci hanno donato,quanto amore e passione hanno profuso in questa nostra terra cosi” aspra e forte”,nel creare un paesaggio agrario cosi particolare,dove lo sguardo di chiunque si perde nell’osservare e stupirsi!
Non certo di vedere le macchie di rovi che invadono intere proprietà,ma di osservare la bellezza di una natura dove l’uomo ha saputo impiantare i vigneti, i cappereti,gli uliveti,usando le tecniche giuste per difenderli dal vento e dalla siccità. Davvero si può affermare che a Pantelleria l’umanità è patrimonio e, se vogliamo che tutto questo continui, se davvero desideriamo che la nostra terra continui a stupirci con le sue delizie,amiamola e coltiviamola. Riscopriamo ogni giorno quale e quanto grande sia l’appartenere e vivere nella nostra terra di Pantelleria.
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