I resti del relitto di Scauri, databile alla prima metà del V secolo d.C., si trovano sul fondale sabbioso tra i due moli frangiflutti del porticciolo, a 8 metri di profondità. Si tratta del carico di un'imbarcazione mercantile di piccole dimensioni, che trasportava, probabilmente verso l'Africa, un carico di vasellame da fuoco prodotto proprio nel limitrofo villaggio del porto di Scauri.
Il carico è stato rinvenuto sparpagliato in un'ampia area e distribuito su più livelli separati da lenti sabbiose dello spessore di circa 10-15 cm. Il deposito sembra essere la conseguenza dell'insabbiamento del carico in seguito al ribaltamento dell'imbarcazione. L'analisi delle stratigrafie ha consentito di verificare che le correnti hanno intaccato solo superficialmente il deposito archeologico.
Gli elementi raccolti fino ad ora, pur scarsi ed estremamente frammentari, si inseriscono organicamente nell'ambito dell'architettura navale tardoantica. Essi paiono complessivamente delineare che la nave di Scauri fosse un'imbarcazione che presenta alcune tipiche caratteristiche di quest'epoca, note attraverso i relitti databili tra il IV e il V secolo d.C. : la tendenza al rarefarsi dei giunti (mortase) tra le tavole di fasciame, il loro sovradimensionamento rispetto ai tenoni ospitanti e il contestuale aumento di connessioni più solidali tra il fasciame e l'ossatura (ordinate e madieri). Questo relitto può, pertanto, testimoniare uno degli ultimi esiti del sistema costruttivo "su fasciame", obliterando l'evoluzione verso una nuova concezione strutturale quasi interamente a "scheletro portante" con un procedimento costruttivo di tipo "misto".
Il carico del relitto è rappresentato principalmente da manufatti ceramici tra i quali il 78% è costituito da ceramica locale e il restante 22% da altre classi come anfore da trasporto, ceramica comune da mensa, sigillata africana, africana da fuoco, lucerne e materiali laterizi, provenienti dalle antistanti coste tunisine e in minor parte dal bacino mediterraneo orientale e dall'area italica campana. La ceramica locale, prodotta nella baia di Scauri, è funzionale alla preparazione, cottura e conservazione del cibo, nelle caratteristiche forme: teglie, tegami, coperchi, pentole, olle, casseruole e grandi contenitori che venivano esportati dal porto di Scauri in tutto il Mediterraneo centrale. Dopo diverse campagne di scavo, lo studio approfondito con l'analisi tipologica e quantitativa delle forme della ceramica ha permesso di creare un catalogo delle produzioni locali di fine IV - metà V secolo per una migliore comprensione della produzione di questi manufatti e delle caratteristiche di esportazione.
Nel corso della ricerca archeologica nella Baia di Scauri sono state identificate e recuperate anche numerose ancore litiche di varia forma e tipologia (per lo più quadrangolari) insieme a oggetti litici di dimensioni e peso inferiore, con fori passanti, interpretati come corpi morti funzionali soprattutto alla pesca di posta. E' certo che alcune ancore litiche siano da attribuire al relitto, ma la maggioranza è da interpretare come effetto della prolungata funzione di approdo della baia laddove alcune imbarcazioni le perdevano. Interessante notare che alcuni reperti analizzati siano ricavati da oggi di altra natura come rocchi di colonna o macine. Altri, invece, sono di provenienza allogena avvalorando viepiù la natura di approdo per rotte di cabotaggio mediterraneo da attribuire alla Baia di Scauri.
fonte: "Il relitto tardo-antico di Scauri a Pantelleria (Regione Siciliana)
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